Un ritmo latino per Melody Gardot in coppia con Sting!
Composta dai due musicisti insieme con il chitarrista Dominic Miller (storico collaboratore del grande cantautore) e il produttore Jen Jis, ‘Little Something’ è tratta dal nuovo album di Melody Gardot ‘SUNSET IN THE BLUE’, in uscita su etichetta Decca il prossimo 23 ottobre.

Il duetto ‘Little Something’, pubblicato oggi da Decca Records, unisce le inconfondibili voci di Melody e Sting in una canzone pop vivace e latineggiante. Mixata da Robert Orton (insignito di 4 Grammy® Award, già collaboratore di Lady Gaga, Carly Rae Jepsen e Lana Del Rey), la canzone è stata composta da Melody Gardot, Sting, dal chitarrista Dominic Miller (storico collaboratore del grande cantautore) e dal produttore francese Jen Jis.

Sting dice del duetto: “Questa nuova canzone – scritta insieme con il mio caro amico Dominic Miller – è permeata da un’allegria contagiosa, ed è stato molto divertente intrecciare la mia voce con quella, deliziosa, di Melody Gardot. Spero che si percepisca il nostro sorriso mentre cantiamo.”

Aggiunge Melody: “Durante questi tempi tanto complicati, collaborare è l’unica salvezza per noi musicisti. È stata una tale sorpresa quando Jen Jis si è presentato con questa traccia, e scoprire poi che si trattava di un duetto con Sting! Se da un lato riconosco che sia qualcosa di lontano dal mio genere abituale, mi allettava l’idea di mettermi alla prova con qualcosa di nuovo… questa è la musica!”

Confinata nella sua casa parigina, nel maggio 2020 Melody cominciò ad attirare l’attenzione in vista di un casting – realizzato via social media – indirizzato ad orchestrali costretti a sospendere l’attività a causa delle restrizioni imposte dalla quarantena per il COVID-19. Con il loro aiuto, riuscì nell’intento di creare un’orchestra virtuale per la realizzazione del primo singolo, From Paris With Love. Seguì poi, in giugno, la prima seduta di incisione in sicurezza (sempre nel rispetto della normativa anti COVID) presso gli storici Abbey Road Studios insieme con la celebre Royal Philharmonic Orchestra.

L’album di prossima uscita (su etichetta Decca Records, il 23 ottobre), è una celebrazione – con sfondo orchestrale – delle radici jazz della cantante, che per l’occasione si è riunita con il team che portò al successo (multi-platinum) il suo album ‘My One and Only Thrill’: il produttore Larry Klein (già con Joni Mitchell e Herbie Hancock, tra gli altri), il compositore ed arrangiatore Vince Mendoza (che ha collaborato anche con Björk, Robbie Williams, Elvis Costello…) e il leggendario tecnico del suono Al Schmitt, che annovera incisioni realizzate per personaggi che rispondono al nome di Frank Sinatra, João Gilberto, Bob Dylan e Paul McCartney.

Alla radice di tutta l’attività creativa di Melody c’è sempre stata un forte determinazione, ma mai quanto in questa occasione: produrre ‘Sunset in the Blue’ ha significato superare tanti ostacoli, con il risultato finale di un magnifico nuovo progetto ricco di collaborazioni. Una vera sfida vinta in tempi tanto difficili e sfidanti.

Melody Gardot, classe 1985,  è una cantante jazz statunitense che, ad oggi, ha venduto 5 milioni di dischi nel mondo.

Nel novembre 2003, venne investita da una Jeep Cherokee il cui conducente aveva ignorato un semaforo rosso: riportò gravissimi danni alla testa e alla spina dorsale e il suo bacino si ruppe in due punti. La gravità delle ferite la costrinse a rimanere in un letto d’ospedale, sdraiata sulla schiena, per un anno intero. Dovette inoltre imparare di nuovo a svolgere semplici attività come spazzolarsi i denti e camminare; dal punto di vista neurologico, l’incidente la rese ipersensibile alla luce e ai suoni, costringendola pertanto a indossare costantemente occhiali da sole per riparare gli occhi. Inoltre, riportò danni alla memoria a breve e a lungo termine e il suo senso del tempo risultò compromesso.

A seguito dell’incidente, le connessioni della sua corteccia cerebrale nelle zone che presiedevano alla percezione e alle funzioni mentali più elevate erano rimaste danneggiate, riducendo la Gardot (come lei stessa si espresse) a “una specie di vegetale”: oltre ad avere enormi difficoltà a parlare e a comunicare, non riusciva più a trovare le giuste parole per esprimersi.

L’idea di ricorrere alla musicoterapia venne a un medico che l’aveva in cura: grazie ai benefici effetti della musica i suoi danni cerebrali migliorarono sensibilmente. All’inizio, la Gardot imparò a canticchiare a bocca chiusa fino a riuscire a registrare la sua voce mentre cantava con un registratore. Mentre era in ospedale, imparò a suonare la chitarra e iniziò a scrivere canzoni, che vennero rese disponibili per il download su iTunes (vennero poi pubblicate nell’EP Some Lessons: The Bedroom Sessions del 2005). Una volta uscita dall’ospedale, continuò a suonare la sua musica, fino a venire notata dalla stazione radio WXPN, gestita dalla University of Pennsylvania di Philadelphia, che aveva già aiutato a lanciare la carriera di Norah Jones e che la incoraggiò a incidere una demo, che suscitò l’interesse dei discografici della Universal Records.

Il suo primo album, intitolato Worrisome Heart, venne pubblicato nel 2006, e venne poi ripubblicato dalla Verve Records nel 2008. Dopo un primo incontro a New York nel 2008, la Gardot iniziò una collaborazione con il produttore Larry Klein, assieme al quale realizzò il secondo album, My One and Only Thrill, uscito il 28 aprile 2009. Sempre nel 2009 uscì un EP dal vivo, Live from SoHo. Nel 2007 la Gardot vinse il VSA International Young Soloists Award. Fra le sue influenze cita artisti blues e jazz come Judy Garland, Janis Joplin, Miles Davis, Duke Ellington, Stan Getz e George Gershwin, ma anche esponenti della musica latina come Caetano Veloso.